Fiumicino, barriere architettoniche: interviene la Lega Arco

Giovedì, 06 Dicembre 2018 15:28

Autore: Matteo Fasano

“Unica soluzione è l’adozione dei PEBA, previsti per legge dal 1986”


di Valentina Fiordalice

Per l’abbattimento delle barriere architettoniche su Fiumicino, siamo in ritardo, ma non solo di 6 anni, bensì di 32”. Così tuona Alessandra Colonna, presidente dell’Associazione Lega Arco curatrice sul territorio di Fiumicino dello sportello del Cittadino con Disabilità, che interviene nella polemica per l’accesso dei disabili in città tra la consigliera di minoranza Poggio e l’assessora al sociale Anselmi, bacchettando entrambe le parti. Colonna denuncia gli annosi e ormai trentennali ritardi rispetto all’abbattimento delle barriere architettoniche all’interno del territorio del Comune.
 
"Purtroppo ancora oggi – commenta la presidente - si parla di abbattimento di barriere architettoniche e di fantomatiche cabine di regia, quando esiste una legge ben precisa in vigore dal 1986 e che i comuni devono adottare. Si tratta dei PEBA, e ovvero dei  Piani per Abbattimento delle Barriere Architettoniche. Le amministrazioni hanno questo strumento di legge che devono utilizzare. Solo così si potranno superare i numerosi problemi di questa città, che vede ancora i disabili affrontare ostacoli in ogni angolo. Di questo ne hanno colpa tutte le amministrazioni. Se ne era iniziato a parlare nella commissione sociale della scorsa amministrazione e si deve assolutamente riprendere l’iter. Non dimentichiamoci, inoltre, della Legge 1° marzo 2006, n. 67 'Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni', della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e del rispetto delle pari opportunità".

I PEBA, sono, nel dettaglio, gli strumenti in grado di monitorare, progettare e pianificare interventi finalizzati al raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici e degli spazi pubblici per tutti i cittadini. Sono stati introdotti nel 1986 con l’articolo 32, comma 21, della legge n. 41, e integrati con l’articolo 24, comma 9, della legge 104 del 1992.
 
L’Associazione chiede, quindi, che si inizi a parlare subito di PEBA, evitando cabine di regia con singole associazioni. "Riconosciamo, dopo i tanti appelli, di aver svolto qualche lavoro specie nel centro storico, ma le barriere sono ancora molte. E tutti i consiglieri dovrebbero saperlo, viste le commissioni svolte sul tema. In città però servono i piani, che sono disciplinati per legge e che i comuni devono adottare. Bisogna iniziare a parlare seriamente. Se il comune avesse un PEBA la distribuzione delle spese programmate e destinate all’abbattimento delle barriere potrebbe essere documentate molto facilmente. L’accessibilità – conclude Colonna - è uno strumento primario per l’integrazione sociale delle persone".

 

 

 

 
 
 

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Pubblicato in Cronaca