Emergenza idrica, il Tg3 a Testa di Lepre

Giovedì, 04 Febbraio 2016 11:03

Autore: Matteo Fasano

I cittadini esasperati da una situazione che sembra senza via d’uscita

di Gianluca Zanella
 

Oggi, giovedì 4 febbraio alle ore 7.00 di mattina fa molto freddo, ma in via Giovagnoli, a Testa di Lepre, c’è già il furgone del Tg3 pronto per le riprese e una ventina di residenti infreddoliti ma agguerriti.
Il problema è sempre lo stesso, uno dei tanti che affligge questa parte del comune di Fiumicino, a dire il vero: l’approvvigionamento idrico.
Fa sorridere pensare che fino a pochi anni fa Testa di Lepre rappresentava uno dei maggiori centri agricoli della regione; oggi appare una landa desolata, una frazione dimenticata da tutti: strade dissestate, illuminazione assente e, soprattutto, l’acqua che manca.
Ebbene si, nel 2016 ci sono ancora luoghi del comune di Fiumicino dove i residenti, per cucinare, sono costretti a comprare l’acqua al supermercato (che, ovviamente, a Testa di Lepre non c’è); per non parlare del problema per lavarsi, soprattutto in inverno.
 
Il consigliere comunale Giovanna Onorati, residente del posto, ci ragguaglia brevemente sulla situazione "Testa di Lepre ha visto i primi insediamenti attorno agli anni Cinquanta. All’epoca a gestire tutto c’era l’ente Maremma, oggi diventato Arsial. Le condutture in eternit che dovrebbero garantire l’approvvigionamento idrico – ha dichiarato la Onorati – risalgono a quell’epoca. La pressione dell’acqua provoca quotidianamente guasti nella conduttura, implicando un’interruzione dell’erogazione d’acqua nelle case".
 
I cittadini, esasperati da una situazione che sembra senza via d’uscita, ogni qual volta si trovano con i rubinetti a secco, devono sottoporsi a un logorante calvario: per prima cosa sono costretti a chiamare gli uffici dell’Arsial per segnalare il problema. L’Arsial, a questo punto, deve sollecitare l’intervento dell’Acea. Questo intreccio burocratico provoca attese di giorni, quando non di settimane o, come è accaduto, mesi. L’ultimo guasto risale all’ultima settimana di Gennaio.
 
Il comune di Fiumicino che ruolo ha in tutto questo? La risposta non è facile a darsi. La problematica non si può certo attribuire alla responsabilità dell’attuale giunta, ma di certo il comune dovrebbe quantomeno porsi a garante del benessere dei propri cittadini. Benessere che, a Testa di Lepre, sembra lungi dal venire.
 
La troupe del Tg3 intervista i cittadini. Al microfono sempre Giovanna Onorati ha dichiarato "Serve un progetto, serve continuità. Testa di Lepre avrebbe bisogno di almeno 30 km di condotta; ad oggi i lavori portati a termine, con una spesa di 200.000 euro, hanno interessato solo 4 km. Il comune dovrebbe prendere una posizione netta a riguardo, dovrebbe battersi alla Regione Lazio per ripristinare anche qui una situazione di 'normalità'. Le ricadute economiche sulla comunità sono pesantissime: di questa situazione ne risente il mercato immobiliare, ne risentono le attività commerciali e, ovviamente, il benessere dei singoli cittadini è minato da una situazione di profondissimo disagio".
 
Invitati a partecipare all’incontro mattutino, si sono presentati i dirigenti dell’Arsial e l’assessore alle Attività produttive del comune di Fiumicino, Angelo Caroccia. Per l’occasione, quest’ultimo, dopo aver risposto alle proteste di alcuni residenti dicendo che "Il comune non fa acqua", intendendo che la situazione non sarebbe di competenza del comune, ha dichiarato di fronte alle telecamere che proprio in questi giorni ripartiranno i lavori di messa in norma delle condutture per un tratto previsto di 900 metri.
Parla poi un dirigente incaricato dall’Arsial, che ammette la gravità di una situazione lasciata sospesa per oltre un ventennio e che solo ora emerge in tutta la sua grottesca drammaticità. Il portavoce assicura tuttavia che, nonostante le sorpassate condutture in eternit, l’acqua è potabile "E' acqua buona, è quella dell’Acea" ha dichiarato, ma dice anche che l’Arsial attende con trepidazione di farsi da parte, lasciando tutto in mano all’Acea, che potrà così sbrigare da sola le proprie grane senza troppi giri burocratici.
 
In sostanza, anche stavolta i cittadini hanno ricevuto solamente rassicurazioni e promesse che, all’evidenza della realtà, suonano piuttosto vuote. I toni si accendono a telecamere spente: alcuni residenti contestano il fatto di essere considerati dal comune di Fiumicino cittadini di serie B, altri, soprattutto le mamme, contestano al portavoce dell’Arsial quanto affermato di fronte alle telecamere: "L’acqua non è potabile – dice una donna – ho fatto fare le analisi un paio di anni fa, vi manderò i risultati via mail. Ma al di là delle analisi, basta riempire la vasca da bagno e poi svuotarla: sul fondo rimane sempre uno strato di terra".
 
I portavoce dell’Arsial non sanno cosa rispondere, si trincerano dietro il fatto che l’acqua è stata dichiarata potabile anche dall’Oms.
Da tutta questa vicenda cosa emerge? Sicuramente una situazione triste, questo è il termine giusto. In mancanza di risposte e azioni concrete, ai cittadini di serie B non resta che appellarsi ai media come a un inutile palliativo.
 
 
 
 
 
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Pubblicato in Cronaca