
Il ricordo di Noemi attraverso le parole di una delle sue più care amiche.
di Erica Fasano
A Focene c’è odore di umido, di mattina presto d’estate. L’aria è fresca, il vento non ha mai smesso di soffiare dalla sera prima e il cielo denso filtra le prime luci dell’alba.
A Focene, domenica mattina, il sole sorge su una città che non ha mai dormito.
Un’ondata di maltempo si è abbattuta su gran parte del litorale romano ma la violenza pare si sia concentrata tutta nella zona poco più a nord di Fiumicino.
A Focene, tra le 2 e le 3 del mattino, raffiche di vento a più di 100 km/h in una manciata di secondi hanno spazzato via tetti, muri, insegne pubblicitarie, automobili, vite umane.
C’è Maurizio, che vive in via dei Polpi, la zona più colpita di tutte. Mi invita ad entrare nel suo giardino mentre racconta cosa gli è successo la sera prima. Parla lentamente, in maniera automatica, sembra quasi provenire da un’altra realtà. “Questa notte ho sentito un boato, un rumore assordante. Non avrei mai immaginato quello che da lì a poco sarebbe successo”, commenta mentre mi indica la lamiera di ferro che il vento ha fatto volare nel suo giardino. I suoi vicini lo salutano, sono in piedi su un tetto senza più tegole. Nel frattempo sulla strada, un uomo porta i calcinacci negli scarrabili che il Comune ha messo a disposizione per l’emergenza. Più avanti una donna è preoccupata “Sto cercando la mia gatta, era fuori ieri, ora non riesco a trovarla”.
MA TRA VETRI ROTTI E TETTI SBRICIOLATI, C’È UN SILENZIO SURREALE CHE APPANNA GLI OCCHI INSONNI DEI PASSANTI. Nell’aria c’è l’eco di una tragedia, di cui rimane ancora qualche segno sulla carreggiata.
Poco più avanti di Via dei Polpi, su via Coccia di Morto, una ragazza ha perso la vita. 26 anni, occhi chiarissimi e tanti progetti per il futuro. A conoscerla erano in tanti, il padre gestisce da anni uno stabilimento balneare a Focene, il Coco Bongo. Noemi era a bordo della sua Smart sabato sera, e stava comprando delle sigarette. Ma il maltempo incombeva e pensando di trovar riparo nell’auto è stata trascinata via per decine di metri con una furia inspiegabile. Una brutalità che quasi si fa fatica ad immaginare.
“Domenica mattina ho avuto un brutto risveglio, anche se ammetto di non aver chiuso occhio – si racconta con il cuore in mano Ilaria Maruotti, pallavolista di Fregene, sua carissima amica – quando ho letto la notizia poi, vista l’età della ragazza, ho pensato potesse essere una mia conoscente. Ma mai, mai e poi mai avrei pensato a lei”.
ILARIA E NOEMI, UN’AMICIZIA NATA NEGLI ANNI SPENSIERATI DEL LICEO, dove erano solite trascorrere intere pause nei corridoi dell’Istituto Leonardo Da Vinci con la scusa di un caffè. ‘Ci vediamo alla macchinetta’, e tra una lezione di matematica e una versione di latino si raccontavano proprio di tutto. Un rapporto speciale che hanno saputo coltivare nel tempo nonostante gli anni e gli impegni lavorativi di entrambe.
“Ricordo che arrivò in quarto superiore. Non conosceva nessuno così le ho dato il benvenuto. Tra noi è nata subito una bella complicità. Per via della squadra ho viaggiato molto – prosegue – il tempo libero per gli amici mi mancava sempre, ma lei c’era nonostante tutto.” Ilaria, che nella vita ha scelto la pallavolo come professione, sorride mentre alla mente le tornano i momenti felici con Noemi. Ma la voce un po’ le trema nel ripercorrere l’assurda dinamica di sabato notte.
“Era questione di tempo, bastava che si fosse spostata un minuto prima o qualche chilometro dopo. È tutto troppo sconvolgente. Non ci posso pensare, stavo per mandarle un messaggio questa mattina appena letta la notizia, invece…”.
MA IL DESTINO È MILLIMETRICO, HA LA PRECISIONE DI UN BISTURI e quasi mai ci invia le coordinate esatte per evitare le disgrazie. Il più delle volte, possiamo solo sperare di non ritrovarci nel posto sbagliato nel momento sbagliato. È beffardo, perché non spiegherà né ai genitori né agli amici di Noemi il perché e il come sia potuto accadere con così tanta crudeltà. Un dolore che ti mette a nudo di fronte a tanta impotenza, difficile da gestire ad ogni età, soprattutto quando hai vent’anni e la morte ti sembra un concetto troppo distante per poterlo includere nei tuoi piani.
Conclude Ilaria, forte di quei ricordi che oggi più che mai stringe a sé, quasi come a voler incontrare come un tempo la sua amica, tenerla accanto e darle un ultimo abbraccio. “A noi che rimaniamo, non resta che ricordarla nei suoi momenti felici. Come quelle interminabili pause caffè dove ci raccontavamo di tutto. Io porterò sempre con me la sua positività, che anche nei giorni più neri, te la ‘faceva prendere a bene’”.
E stasera Focene, tra applausi e commozione, alla presenza di cittadini e istituzioni ha ricordato Noemi Magni con una fiaccolata. Tutti insieme con striscioni e candele camminando per le vie della città, fino ad arrivare dove è successo l’incidente per darle un ultimo saluto, con tanti applausi delle centinaia di persone presenti, e per stringersi attorno alla famiglia, comprensibilmente disperata.