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Fiumicino si conferma città solidale con chi si batte in difesa dei diritti civili

Il sindaco Montino questa mattina ha accolto all’aeroporto di Fiumicino i cinque attivisti italiani posti in stato di fermo in Russia e poi rilasciati

di Dario Nottola

“Il saluto di una città accogliente e solidale con chi si batte in difesa dei diritti civili”. Così questa mattina il sindaco Esterino Montino ha accolto, all’aeroporto Leonardoi da Vinci, i cinque attivisti italiani rientrati questa mattina in Italia dalla Russia, con un volo di linea via Istanbul, posti in stato di fermo amministrativo in Russia e poi rilasciati dalle autorità. I cinque attivisti erano in visita in Russia con una delegazione di Cild (Coalizione Italiana Libertà e Diritti) per una azione di monitoraggio sulle condizioni di detenzione nelle carceri. Tra loro Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay, e altri 4 attivisti italiani di Antigone e a Buon Diritto.
 
Gli attivisti, al loro arrivo a Fiumicino, hanno speso parole di ringraziamento verso i colleghi russi “che ci sono sempre stati molto vicini e ci hanno sostenuto”. “Non abbiamo mai avuto paura – è stata la testimonianza del presidente nazionale di Arcigay, Flavio Romani – I poliziotti che ci hanno interrotto sono sempre stati molto corretti e cortesi. Ci sono stati momenti di tensione invece tra gli agenti e gli attivisti russi che, credo, contestassero la liceità delle loro azioni. Ci hanno trattenuto per dieci ore. Verso le 23.30, quando ci hanno ridato i passaporti, abbiamo capito che potevamo andare via”.

“Sarebbe stata un’esperienza molto bella se fosse continuata nel suo programma normale – ha aggiunto – purtroppo siamo stati interrotti nella serie di incontri e colloqui che avevamo programmato con le associazioni che, in Russia, si occupano di diritti civili e della dignità delle persone, in questo caso dentro le carceri. Ho conosciuto aspetti tuttavia della realtà russa molto interessanti, seppure ci siano sempre maggiori limitazioni”.

“La nostra presenza al loro arrivo  – ha detto  Montino – è voler riaffermare la vicinanza e la solidarietà mia e della città nei confronti di associazioni che difendono i diritti umanitari. Erano lì per valutare le condizioni di trattamento delle persone in carcere e quanto successo loro dimostra che qualche problema c’è e continua ad esserci in un grande Paese come la Russia. Fanno bene le associazioni ad insistere ed anche gli Stati nazionali dovrebbero fare altrettanto, cercando di contribuire a rimuovere situazioni di discriminazione”.

   
I cinque attivisti italiani erano stati fermati a Nizhny Novogorod, nel corso di una riunione con i colleghi della ong ‘Committee Against Torture’. L’episodio, avvenuto intorno alle 15:00, ore locali del 27 giugno, si era concluso nella serata con il rilascio di tutti i connazionali coinvolti. Alla base del fermo, una violazione delle norme d’ingresso nella Federazione Russa, ovvero un visto ‘errato’ – turistico – rispetto al motivo della visita degli attivisti che volevano svolgere un attività di monitoraggio sulla situazione delle carceri russe. “Sono stati tutti molto gentili, nessuno ci ha torto un capello”, ha raccontato all’Ansa Valentina Calderone al momento del rilascio. “Ci hanno spiegato che il visto in nostro possesso non era corretto e ci è stata comminata una multa di 2mila rubli a testa”. Cioè circa 20 euro. Tra i connazionali fermati – precisa una nota di di Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione ‘Antigone’, e di Luigi Manconi, presidente di ‘A Buon Diritto’ – tre membri dei Antigone, il presidente nazionale di Arcigay e la direttrice di ‘A Buon Diritto’. “Fin dal primo momento – precisa la nota – sono stati allertati l’Ambasciata italiana in Russia e il Ministero degli Esteri, nelle persone del sottosegretario agli Esteri Enzo Amendola e Benedetto della Vedova”. I cinque si trovavano a Nizhny Novgorod, nella Regione del Volga, per un incontro organizzato dall’associazione russa ‘Man and Law’, partner di Antigone in un progetto di scambio con la società civile russa. “Si tratta solo di un altro episodio in cui, con un pretesto, vengono fermati dei cittadini stranieri che entrano nel nostro paese con un visto turistico e partecipano a degli incontri”, ha detto ai media locali il capo di ‘Committee Against Torture’ Igor Kalyapin.

Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha espresso “gioia e soddisfazione” per il rilascio degli attivisti, risultato ottenuto “grazie al pronto intervento della Farnesina e del Consolato Generale d’Italia a Mosca, che fin dal primo momento hanno seguito il caso, in stretto contatto con le autorità russe”. Soddisfazione condivisa anche dal sottosegretario Benedetto della Vedova che, in un tweet, ha sottolineato come “libertà, diritti e dialogo” e l’attività delle “organizzazioni di militanti” siano “fondamentali.
 
 
 
 
 
 
 

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