Emergenza plastica: dal Tevere raccolti 500 chili di plastica in 50 giorni grazie alle barriere mobili

Mercoledì, 18 Dicembre 2019 15:47

Autore:

Esulta l’associazione ambientalista Marevivo “oggi finalmente si cominciano a vedere risultati reali” ma dichiara “non ci fermiamo qui”.

di Dario Nottola 

 

Circa Cinquecento chili di plastica raccolti finora dallo sbarramento posto sul fiume Tevere in 50 giorni. Oltre 4 miliardi di microplastiche risparmiate al mare. Questo il risultato, rende noto Marevivo, dell’azione di raccolta (sperimentale di 2 mesi e che potrebbe essere prorogato di altri due, ndr ) attraverso le barriere mobili poste da Castalia a Fiumicino, finanziate dalla Regione Lazio, in collaborazione con Corepla consorzio per il riciclo della plastica ed il comune di Fiumicino, che dai rifiuti riciclati riceverà arredi urbani.

 

Marevivo "esulta" per il successo dell’operazione. Da oltre 30 anni l’associazione ha promosso campagne e sperimentazioni su questo tema ed "oggi finalmente si cominciano a vedere risultati reali", sottolinea.

 

"Non ci fermiamo qui - dice Rosalba Giugni, presidente di Marevivo - la concretezza dell’azione e sapere che l’80% dei rifiuti arriva in mare dai fiumi, ci spinge a proporre un emendamento nella legge Salva Mare, attualmente al Senato, per rendere obbligatorio il posizionamento e la gestione di queste barriere in tutti i fiumi e corsi d’acqua d’Italia".

Quando la plastica entra in mare - evidenzia Marevivo - oltre ad essere difficilmente recuperabile, sprofonda sui fondali, quella che si vede è infatti solo il 15% ed è quasi impossibile da riciclare per l’aggressione degli organismi marini che la colonizzano. Inoltre, economicamente è più vantaggioso il recupero dal fiume, dove la plastica viene convogliata dalla corrente direttamente nei sistemi di raccolta, piuttosto che bonificare spiagge, fondali e coste.”

 

"Con l’ultima mareggiata il litorale è stato invaso da quantità spropositate di rifiuti, immagini che hanno spaventato per il volume spiaggiato e sollevato la questione dei costi del ripristina ambientale. L’emendamento che stiamo preparando con i nostri esperti - conclude Rosalba Giugni - dovrà prevedere anche la possibilità che il privato possa essere di supporto alle amministrazioni interessate alla posa delle barriere. Infatti molte aziende ci chiedono come poter contribuire concretamente alla raccolta della plastica, questo sarebbe un ottimo modo per attivare preziose e proficue alleanze fra pubblico e privato
Vota questo articolo
(1 Vota)
Pubblicato in Cronaca