Covid19, adolescenti e suicidio: dati allarmati

Lunedì, 25 Gennaio 2021 21:40

Autore: Rosanna Somma

Aumentano gli atti autolesionistici: il dolore fisico come catarsi al dolore psicologico 

 

 

Si isolano nel loro mondo ermetico, il cui confine, nell'ultimo anno, afflitto dalla pandemia, ha i contorni disegnati dalle mura delle proprie stanze aperte forzatamente ad insegnanti e compagni di classe durante la Dad: ore private alla scuola in presenza, alla condivisione sociale, alla vita normale. 

Gli effetti mentali e della salute psicologica, come danni collaterali del Covid-19, pesano sugli adolescenti, già alle prese con il tipico "turbamento" relativo ad un periodo della propria esistenza in cui ci si sente invincibili  e fragili, con la voglia di autoaffermarsi ma con il disperato bisogno di interagire con i propri coetanei.

I giovani stanno accusando tragicamente la "nuova realtà" fatta di paura, distanziamento, solitudine, preoccupazione, incertezza e diffidenza, assenza di routine.

I giovani assistono alla perdita di lavoro dei propri genitori, alla crisi, alle morti, ai continui stravolgimenti sociali, alla paura del contagio, alle continue notizie in divenire che tengono in "ostaggio" la possibilità o l'impossibilità di tornare in aula, di fare sport, di vivere le proprie giornate come un anno fa.

E con quali occhi guardano il mondo trasformato dal virus? I giovani soffrono.

I giovani soffrono e chiedono aiuto, lo chiedono in un modo estremo: tra scontri con i genitori, irritabilità e mutismo l'ascesa dei gesti disperati si conclude con il tragico aumento di tentativi di suicidio ed atti autolesionistici: dolore fisico come catarsi al dolore psicologico. 

 

DATI ALLARMANTI

 

Sono allarmanti i dati pubblicati dall'ospedale Bambin Gesù che ha reso noto, negli ultimi giorni, il report annuale dell'accesso ai ricoveri nel reparto di neuropsichiatria. 

 

Nell'anno del Covid-19, l'ospedale ha registrato un aumento del 30% dei casi, occupando il 100% dei posti letto disponibili e, gli ingressi al pronto soccorso, hanno raggiunto la media di uno al giorno per "attività autolesionistiche".

Sono ragazzi la cui età è compresa tra i 12 e 18 anni. 

 

L'IMPORTANZA DI INVESTIRE SULLA SALUTE MENTALE DEI GIOVANI 

 

Tra le falle di un sistema che non era pronto ad un'emergenza di tale portata, la gestione dei giovani e le conseguenze sulla loro salute mentale hanno sicuramente puntato i riflettori sull'importanza di rimettere i ragazzi al centro dell'attenzione, se non altro perché rappresentano il futuro. 

 

Puntare sul supporto a 360 gradi, potenziando anche le strutture psichiatriche, attraverso opportuni strumenti, in questo momento storico puo' rappresentare una fonte di speranza anche, e soprattutto, per quei ragazzi che partendo da situazioni di svantaggio sociale hanno perso dalla scuola in presenza la loro unica fonte di riscatto.

 

 

 

 

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Pubblicato in Cronaca