Vediamoci a Ostia Antica: conversazioni di Archeologia Pubblica e Legalità

Martedì, 19 Febbraio 2019 17:45

Autore: Erica Fasano

Mercoledì 20 febbraio l'appuntamento con Petriaggi "La storia di Roma riemerge dal Mediterraneo"

di Dario Nottola

In età romana non meno di 100 porti aperti sulle acque del Mediterraneo accoglievano uomini e merci trasportati da navi onerarie di stazze variabili, da 70, 150 e persino 500 tonnellate. Marmi, tessuti e derrate provenienti dall’Africa e dall’Asia raggiungevano Roma – il principale mercato mediterraneo, il cui porto poteva ospitare fino a 200 navi simultaneamente - e numerosi centri abitati sulle coste tirreniche e adriatiche, disseminate di ville marittime e infrastrutture costiere per il lucrum o per l’otium.
 
Sono i temi che illustrerà domani Roberto Petriaggi, archeologo anfibio e ex direttore del Museo delle Navi di Fiumicino, ospite di Mariarosaria Barbera nella conversazione di archeologia pubblica che si terrà, dalle 16.30, a Ostia Antica.

“La storia di Roma riemerge davvero dal Mediterraneo - sottolinea Barbera - dai porti antichi, dalle ville marittime, dai vascelli naufragati che ci riconsegnano colonne, anfore contrassegnate e a volte sigillate, oltre a scafi che sbalordiscono per la perizia tecnica che rivelano. I maestri d’ascia di duemila anni fa conoscevano le proprietà delle essenze e riuscivano a realizzare decine di modelli d’imbarcazioni, per la pesca, per i trasporti lapidei o dei grandi animali, per il cabotaggio costiero o il mare aperto o in grado di scivolare sui fiumi, come racconta il mosaico di Althiburos (esposto nel museo del Bardo, a Tunisi), un vero e proprio catalogo nautico”.
 
“Già Socrate, nel Fedone, descrive i popoli che vivono sul Mediterraneo 'come rane intorno a uno stagno'. Un mare interno che ha permesso di sviluppare facilmente i traffici commerciali, lo scambio delle merci e, con esse, della cultura materiale. Gli archeologi anfibi scendono sott’acqua per individuare le tracce di quelle esperienze e della vita sul Mediterraneo. Molte le navi affondate nel corso del tempo antico – per imperizia, avverse condizioni meteo o altri accidenti – che noi andiamo a indagare. Ci occupiamo, naturalmente, anche di hub costieri e  dispositivi tecnici che gli antichi avevano predisposto per facilitare la navigazione e il trasbordo di carichi anche molto ingombranti. Acquisizioni di vario genere, capaci di entusiasmare gli amanti del mare e della navigazione, che cercherò di illustrare domani a Ostia Antica”.
 
 
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Pubblicato in Attualità