Solidarietà, un motivo speciale per essere al via

Mercoledì, 07 Novembre 2012 16:11

Autore: Erica Fasano

Tiffany:"Correre per gli altri è un carburante potente"

La prima volta che incontrai Tiffany eravamo entrambi iscritti al Toubkal Trail, una gara nella catena dell’Atlante in Marocco che passava per il Jbel Toubkal che con i suoi 4.165 metri è il monte più alto del Nord Africa.
In previsione della prova, l’organizzatore aveva invitato i partecipanti ad un’uscita a quota 3.500 in Val d’Aosta.
Una ventina di trailer vociava intorno all’hotel che era stato fissato come punto di ritrovo mentre una ragazza sedeva silenziosa in disparte.
Presto scoprimmo che l’apparente ritrosia era dettata solo dal fatto che non parlava italiano: ci buttammo (chi più chi meno) in una conversazione mista angloitaliana e da quel momento Tiffany fu una di noi.
La storia di Tiffany Saibil non è certo noiosa: nata a Vancouver in Canada, non ha mai praticato molto sport (da giovane ha giocato ad hockey su ghiaccio a scuola) e benché vivesse in un’area montagnosa, tra studio e lavoro ebbe davvero poco tempo per avvicinarsi agli sport alpini.
Poi iniziò ad appassionarsi al back country skiing, una sorta di sci alpinismo più orientata alle escursioni, e correre divenne un modo per restare in forma per la stagione invernale. Il suo primo trail lo corse a Whistler, una cittadina nella Colombia Brittanica in Canada e, come si dice in questi casi, i lvirus era stato inoculato.
Nel frattempo, parliamo di circa 15 anni fa, si era trasferita in Europa, a Londra, e aveva imparato ad apprezzare le escursioni con gli sci a Courmayeur dove, ogni volta che veniva, si fermava all’Hotel Croux i cui proprietari, José e Corrado Borghesio che l’avevano praticamente adottata, la spinsero a provare per la prima volta le distanze lunghe.
Così nel 2009 si iscrisse al Gran Trail Valdigne cui partecipò con un’altra ragazza canadese giungendo rispettivamente settima e terza, ma soprattutto divertendosi così tanto che il viaggio in Italia divenne una tradizione.
Da quella prima gara lunga non si è più fermata: il Marocco come si è detto e poi il Cro-Magnon, la mitica Marathon des Sables, un’altra gara multitappe in Andalusia (255 km) per poi finire in Nepal nei 250 km della gara organizzata da Racing The Planet.
Insomma era naturale che tutto la portasse alla partenza del Tor des Géants quest’anno… ma come si dice il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
Nel 2010 Tiffany inizia ad avere dei problemi di salute: prima dei dolori al basso ventre, poi un senso generale di stanchezza. Una risonanza magnetica fatta per un infortunio evidenzia un fibroma all’utero che il medico consiglia di non operare. La situazione peggiora, Tiffany che nel frattempo era molto impegnata professionalmente inizia a diminuire la sua attività sportiva.
Subito prima di andare in Nepal nel 2011 decide di fare un secondo check up che evidenzia uno stato di anemia e di livelli molto bassi di ferro, i medici le sconsigliano di fare gare troppo lunghe e di sottoporsi ad un intervento chirurgico esplorativo.
Nel 2012 Tiffany inizia a prendere integratori e ad allenarsi di nuovo, ha il Tor come obbiettivo. A causa di un problema al cuore il padre dev’essere operato così Tiffany torna in Canada per restare accanto alla famiglia e quando il padre torna a casa decide di farsi operare.
Siamo ormai a marzo, i medici scoprono che la massa non è un tumore ma non riescono a rimuoverla completamente, così a metà maggio si sottopone ad una seconda operazione.
E siamo a giugno, sei mesi di preparazione da far stare nei tre che mancano alla partenza del Tor. E come se non bastasse tutto l’extra carico di allenamento si è trasformato in un persistente dolore al ginocchio.
Ma Tiffany è alla partenza: corre per un motivo più importante, sta raccogliendo fondi per un’associazione che finanzia le ricerche sul cancro ovarico, ma soprattutto aiuta le donne che ne sono colpite a reagire parlando tra loro e informando le altre donne Correre per gli altri è un carburante potente e la prima vittoria Tiffany l’ha conquistata già essendo presente sulla linea di partenza.
 
Franz Rossi
 
 
 
 
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