Riapertura ristoranti, "Se il meteo ci assiste" il nuovo motto dei ristoratori di Fiumicino

Venerdì, 30 Aprile 2021 09:21

Autore: Fiumicino-Online

Tanta la voglia di riscatto, nella speranza che si possa tornare alla normalità

di Alessandra Zauli
 
Dal 26 aprile 2021 è iniziato il percorso di riaperture dei ristoranti, lungo e tortuoso, ma è iniziato e, dopo una settimana, con curiosità e speranza, siamo andati a chiedere agli addetti ai lavori ”come sta andando?”.
 
“Siamo diventati tutti meteoropatici - ci racconta Stefano Locci, proprietario del locale Ciao Belli di Fiumicino - Il nostro destino, oltre all’andamento del virus, dipende ora anche dal meteo! Ma mentre in opposizione al virus possiamo mettere in campo atteggiamenti, precauzioni, prudenza ed attenzione, nei confronti del meteo possiamo fare ben poco!
 
In effetti, riflettendo, i locali hanno riaperto quindi, se da un lato la pressione fiscale (per altro mai interrotta, nonostante gli annunci ed i proclama urlati su qualsiasi mezzo di comunicazione esistente) è ripartita per intero, dall’altro, il lavoro non sta seguendo lo stesso andamento.
 
Quando un locale apre, le bollette di luce, gas ed acqua, che durante la chiusura sono continuate ad arrivare anche se ridotte, l’affitto dilazionato nei pagamenti durante questo ultimo anno la dove è stato possibile ma mantenuto per intero da locatari meno ben disposti, devono essere pagati, nulla importa se si incassi o meno.
 
La riapertura mette fine, ovviamente, anche agli ammortizzatori sociali messi in campo dall’Inps nei riguardi dei dipendenti, che tornano ad essere totalmente in carico ai titolari. Quando si accende la cappa di una cucina, sia che si cucini per 3 o 25 coperti, la cappa consuma corrente, ma quanti sono i coperti?
 
“Dipende in primo luogo, dallo spazio esterno disponibile; infatti non tutti i locali hanno la possibilità di apparecchiare all’esterno - spiega Stefano Locci - come prevede la legge, e poi dal tempo, infatto questo fine aprile fa abbastanza freddo e sta piovendo spesso quindi, come dico ai nostri clienti, venite a mangiare con il giubbotto e la coperta. La spesa va fatta comunque ma fino all’ultimo le prenotazioni vengono, giustamente tenute stand by, in funzione del meteo. Quindi ogni mattina, tutti a scrutare dalla finestra con le dita incrociate!”.
 
“I protocolli anti Covid sono estremamente rigidi e vanno rispettati ma - ci racconta Massimo Spissu, dipendente dell’Osteria l’Orologio di Fiumicino - neanche il coprifuoco delle ore 22 ci aiuta. In un ristorante il protagonista è chi siede al tavolo, per salvare il concetto di ospitalità, che da sempre ho cercato di veicolare, non amo utilizzare i termini che ci hanno afflitti in questi mesi, non voglio che i miei clienti siano assillati con parole quali virus, igienizzante, assembramento, tensione, sicurezza, delivery, e via discorrendo. Questo - conclude Spissu - non significa che non intendiamo rispettare le regole, ma che usiamo un altro vocabolario, anche questa è un'accortezza per far sentire bene il nostro ospite dopo mesi difficili, di preoccupazioni e isolamento".
 
In sintesi si respira un misto tra tristezza e voglia di riscatto, nella speranza che si possa tornare alla normalità, parola prima tanto bistrattata ma che ora splende di una luce meravigliosa.
 
 
 
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