Nuovo Ponte della Scafa, Villani (WWF Litorale Laziale) “grave rischio ambientale, pesistico e culturale”

Martedì, 07 Aprile 2020 17:37

Autore: Fiumicino-Online

Un progetto che sconvolgerebbe totalmente il territorio

Il 31 marzo scorso la Commissione Europea ha attribuito al parco archeologico di Ostia Antica il prestigioso titolo di "Marchio del Patrimonio Europeo", così l'area archeologica è diventata "patrimonio europeo".

Il Parco archeologico di Ostia Antica è inserito nella Riserva naturale Statale Litorale Romano, istituita nel 1996.

Eppure da molti anni è in essere il progetto del nuovo ponte della Scafa, che sconvolgerebbe totalmente il territorio. I piloni sfiorano i 19 metri di altezza - un palazzo di 6 piani – l'impatto ambientale e l'impatto paesaggistico è insostenibile. Una buona parte delle opere ricadono nella Riserva del Litorale Romano e sfiorano il parco Archeologico, che, ricordiamo, sarebbe candidato a Patrimonio Unesco.

Ecco alcuni dati tecnici significativi del Nuovo Ponte della Scafa:

- L'opera di scavalco del fiume è posta a quota + 18.82 s.l.m.,  a campata unica lunga circa ml.285;

- due viadotti, entrambi lunghi circa ml. 230, a quattro carreggiate e ad altezza variabile, per collegare la viabilità esistente (a quota  0.95 circa) con il nuovo ponte posto  a quota +18.82m.;

- lunghi nastri stradali a quattro corsie che si dipartono dalla Via dei Romagnoli per raggiungere i viadotti e quindi il nuovo ponte;

- i due grandi viadotti  sono sostenuti da 12  file abbinate di possenti pile in cemento armato  di dimensioni enormi (larghezza ml. 2,00, lunghezza ml.7,30 e con altezza variabile da ml. 5,10 a ml. 13.00 circa), con quattro carreggiate, per una larghezza complessiva di circa ml.23,50. 

Per questo il WWF Litorale Laziale, unitamente a Italia Nostra Litorale Romano, al Gruppo di Intervento Giuridico Onlus,  all'Ass. Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio, al Comitato per la Bellezza e all'Associazione Amici del Lungomare di Ostia che ha fornito il supporto tecnico, ha presentato a marzo al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini e alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, Dr.ssa Daniela Porro, una segnalazione di grave rischio ambientale, paesistico e culturale.
 
 
 




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