“La problematica del Corpo Virtuale”

Lunedì, 12 Settembre 2011 16:04

Autore: Erica Fasano

Il progresso ha migliorato la qualità della vita ma allo stesso tempo ha reso sempre più frenetica la gestione dello spazio e del tempo
In questa frenesia, i vorticosi ritmi odierni coinvolgono e, a volte, sconvolgono in modo tale da alterare e cambiare la relazione spazio/tempo. Chi rischia di pagarne le conseguenze è il corpo che diventa sempre più virtuale e sempre meno reale.
L’uomo di oggi sembra non sapere più come muoversi o meglio non ha più consapevolezza del suo movimento. Non misura le azioni che compie partendo dalle sue reali possibilità e dai suoi limiti, intesi come libertà e non come coercizione, ma tende a sconfinare in una “attività” motivata da spinte e stimoli, spesso, molto più grandi di lui, che sono il frutto più della sua mente che del suo corpo. Agisce, spesso e volentieri, meccanicamente, privo di naturalezza, di spontaneità e con comportamenti stereotipati.
Sembra essere immerso in un quotidiano e costante contatto con uno spazio e un tempo diversi da quello presente. Una realtà virtuale, questa, che lo sta allontanando da se stesso e che può generare la perdita del senso del qui e ora, del senso dell’esistere, essere nel tempo e nell’attuale realtà.
L’uomo moderno sembra non essere più padrone della propria azione. Non è più in grado di fermarsi. Si affievolisce, altresì, la qualità dell’ascolto e quella del sentire. Più che esprimere un movimento libero e spontaneo sembra essere prigioniero del suo corpo nel suo corpo.
Un possibile modo costruttivo per realizzare e facilitare il ritorno al Corpo, può essere rappresentato da una "Pedagogia del Movimento" che abbia la caratteristica di una vera e propria disciplina del corpo. Verrà svolta nel rispetto del corpo e delle sue potenzialità, stimolerà l’attenzione e l’ascolto, farà leva sulla distensione muscolare e sulla libertà delle articolazioni.
Affronterà temi quali la statica e la dinamica, la mobilità e l’immobilità, la qualità del proprio movimento. Uno studio profondo e introspettivo. Una ricerca che affronterà tutti quegli elementi e quegli aspetti propri del Corpo e del Corpo che si muove. Tutto questo per stabilire una relazione motoria continuamente rinnovata con lo spazio e realizzare così una motricità efficace e funzionale. Il percorso prevede anche lo studio e l’apprendimento della “Forma” del Tai Chi Chuan.
Un esercizio psico-fisico caratterizzato da una sequenza di movimenti lenti, armonici, circolari. Le posizioni in movimento sono chiare e semplici da eseguire. La struttura è stata elaborata in modo tale da mantenere il corpo radicato alla gravità, centrato, bene allineato lungo l’asse verticale, bilanciato. La sua pratica consente di equilibrare le energie interne, di migliorare l’allineamento e la postura, di favorire l’integrazione mente corpo. Il suo scopo è quello di favorire l’armonia, la conoscenza dei limiti e delle potenzialità del proprio corpo per realizzare uno stato di benessere e di salute, affinare e arricchire la qualità del proprio movimento. Può migliorare la circolazione del sangue, il ritmo cardiaco e il funzionamento di tutto l’organismo, metabolismo compreso. Il movimento lento, continuo e coordinato contribuisce a sciogliere le articolazioni e a ristabilire il tono muscolare. Non vi sono limiti di età o controindicazioni di sorta. Si rivolge indistintamente a Giovani e Anziani. Costituisce, pertanto,  un’occasione per rientrare in contatto con il Corpo “reale”.
 
Giacomo Sergiacomi (Insegnante di Movimento e Tai Chi Chuan)
 
 
 
 
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Pubblicato in Attualità