GmG Madrid 2011

Lunedì, 29 Agosto 2011 12:11

Autore: Erica Fasano

JMJ, giornata mondiale della Gioventù. Appena letto queste parole ho subito pensato “io ci vado!”, non sapendo minimamente cosa il futuro mi proponeva
Uno dei fattori determinanti in tutta questa vicenda è l’euforia accompagnata in parallelo dai mille dubbi del caso, c’erano delle mattine in cui mi svegliavo e dicevo a me stesso “non vedo l’ora di partire per Madrid” ed altre ancora in cui dicevo “ma che sto facendo, questo viaggio nemmeno lo sento..”.
Mi sono aggrappato all’idea che non ero il solo ad affrontare questo viaggio, almeno ero in compagnia con persone con cui ho condiviso 9 mesi d’università. I mesi scorrevano come le lancette sull’orologio, gli inconti col padre della cappellania ed altri ragazzi dell’università, dove tutt’ora studio, erano scanditi dal battere del gong dell’orologio.
Pian piano Madrid stava diventanto sempre più reale e vicina. Credevamo io e le tre ragazze con le quali ho condiviso quest’esperienza, di affrontare molte meno avversità rispetto a quelle che ci si sono presentate in quella settimana.
Era il viaggio dell’estate, tutti eravamo estasiati..”Vamos a Madrid” scrivevamo sulle nostre bacheche di facebook. Personalmente più la data della partenza si avvicinava e più dei dubbi dentro di me prendevano piede: “è la vacanza che veramente voglio fare?” “sono pronto per vivere un confronto col mondo intero?” “sono le persone giuste per partire?”. Mi sono dovuto affidare al caso e pensare in positivo.
Finalmente arriva il giorno tanto atteso.
Aereoporto di Fiumicino, città ormai legata al cuore, e mentre si aspetta insieme di imbarcarsi mi rendo solo conto in quel momento di quante persone erano li per condividere la stessa esperienza.
Il viaggio purtroppo l'ho dovuto fare separato dagli altri, causa l'acquisto dei biglietti fatto in tempi diversi, e comincio a relizzare che i miei dubbi potrebbero diventare realtà. Appena atterati le mie paure diventano solide e reali. Madrid, un'ondata di gente, gruppi di ragazzi, di adulti che ridono e scherzano, vivendo già di per sé la JMJ in un ottica completamente diversa dalla mia.
Io ho subito provato la sensazione di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, per fare ancora più chiarezza, spaesato e perso.
Dopo varie dissaventure nell’aereoporto di Barajas,tra le quali perdersi e cercare di farsi capire dai volontari spagnoli per chiedere informazioni, riesco a ricongiugermi con le mie tre amiche. Siamo atterrati all’incirca verso l’una del pomeriggio. Arrivati all’università che ci ospitava per quella settimana, Univesidad Franciso de Vitoria, verso le 16.00. Organizzazione alquanto discutibile a parte, mi sono ritrovato diviso da loro, maschietti da una parte e femmine dall’altra.
I miei occhi scorrono velocemente il luogo dove avrei dovuto passare la notte per 6 giorni, una tenda accampata sul cemento, con prevalenza di sesso maschile di nazionalità diversa dalla mia, e in quel momento mi sono sentito veramente solo e piccolo rispetto al mondo.
Da qui sono iniziati 4 giorni di intense emozioni, legate all’evento, Madrid città piccola ma immensa nell’accoglierti, dai luoghi alle persone, una mentalità completamente diversa, una realtà lontana anni luce dalla nostra. Vie e piazze gremite di ragazzi uniti soltanto da un unico scopo, festeggiare il Papa e affrontare ognuno il proprio percorso spirituale. Non esistevano differenze di etnia e soprattutto di religione! Credo sia stato questo il fattore che mi ha fatto andare avanti nonostante tutte le avversità, trovare conforto nelle preghiere, perdonare prima di tutto se stessi per perdonare le mancanze degli altri, sorridere anche nei momenti più bui. Potrei stare qui e scrivere altre 100 pagine, ma nulla può far vivere determinate esperienze di tale genere, non è stata una classica vacanza!
Piove per poi spuntare il sole, così si dice, e così è stato. Ho saputo affrontate le difficoltà riflettendo molto prima di intraprendere determinate azioni, e questo mi ha portato a vivere le restanti 48 ore con un senso di serenità e maturità a me completamente sconosciute prima. In fin dei conti la settimana si riduceva a quei restanti due giorni con l’incontro del Papa, che dire, vedere 2 milioni di ragazzi che urlano al cielo “Viva el Papa, Viva!” dove mi ci sono messo anche io in mezzo a loro a gridare, è stato come vivere un esultanza di un gol da parte della tua squadra del cuore o della propria nazionale, soltanto  che questo evento è stato molto piu trascinante.
È vera la considerazione, ”quando parti per un viaggio, ritorni sempre in qualche modo cambiato”. Parlando per me e per queste tre ragazze con le quali ho vissuto quest’esperienza è stato così. Forse non avremo vissuto tutta la settimana come noi mesi prima pensavamo di viverla, ma abbiamo resistito e tenuto duro e siamo tornati a casa in qualche modo più grandi.
Soprattutto con una delle mie compagne di viaggio, ho forse vissuto un esperienza, anche altalenante, molto importante che ha messo alla prova tanti discorsi fatti in 9 mesi. Non si ha la sfera di cristallo per vedere se in futuro si inciamperà sempre nella stessa mattonella, bisogna a volte riporre fiducia in se stessi, quando si compie l’atto del perdono, nell’altra e nel Signore. Questo è un atto di Fede.
Questa mia breve testimonianza personale è una piccolissima finestra che si affaccia su un oceano. Questa è stata una piccola parte di JMJ vissuta da 4 ragazzi italiani, che nonostante più volte si sono persi in terra straniera, sono riusciti a tenersi per mano.
 
Cesare Filosi
 
 

 
 
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Pubblicato in Attualità