Fiumicino. La Liburna romana in attesa di compiere l'ultimo tratto di percorso

Mercoledì, 30 Gennaio 2019 12:34

Autore: Erica Fasano

Scatta l'appello ai comitati, associazioni culturali, al mondo della politica e ai cittadini, per avviare una raccolta fondi
di Dario Nottola
 
Un'opera "unica" che attende però di compiere, dopo una lunga attesa, l'ultimo tratto di percorso, che da tempo si è interrotto. E' Sos a Fiumicino per la riproduzione di un'antica nave romana, la cui realizzazione, partita nel 2001, ad opera di un noto maestro d'ascia, è ferma per  mancanza di fondi. E nella città scattano un appello ed una mobilitazione, alla rete, ai comitati, associazioni culturali, al mondo della politica e ai cittadini, per avviare una raccolta fondi internazionale per poter completare l'opera e posizionarla in un luogo dove tutti  possano visitarla.
 
Da molti anni, infatti, ad Isola Sacra, una famiglia di maestri d'ascia, una delle ultime, la famiglia Carmosini, ha intrapreso un'avventura un pò visionaria: ricostruire nel modo più fedele possibile ed a grandezza naturale una nave romana, una Liburna del primo secolo dopo Cristo: 37 metri di lunghezza per circa 9 metri di larghezza, una veloce nave da guerra. 
 
"Una storia, questa della ricostruzione, che molti conoscono e che più volte ha conosciuto l'attenzione dei media, anche internazionali - afferma il promotore della mobilitazione, il consigliere comunale Pd, Raffaele Megna - la famiglia Carmosini, Francesco prima e Oscar successivamente, dal 2001 hanno di tasca loro  intrapreso questa avventura con un solo piccolo finanziamento della Provincia di Roma di alcuni anni fa e col prezioso aiuto di una associazione, la Magistri Schola De Navalis Artificium, nata proprio in aiuto a questa impresa".
 
L'opera doveva, secondo i costruttori, essere messa a disposizione della collettività per fini turistici e didattici in un luogo, Fiumicino, che è la sede dei siti archeologici e meglio conservati del sistema portuale e logistico dell'antica Roma: i porti imperiali di Claudio e Traiano. 
 
"L'amore e la passione - continua Megna - che ha sostenuto tutto ciò, rischia di essere inutile. Ad oggi i risparmi di Oscar Carmosini e dell'Associazione vanno per  mantenere ciò che in 18 anni si è costruito, ma non ci sono più risorse per completare l'opera. Mandarla in malora sarebbe una offesa a chi  disinteressatamente ha creduto in un sogno, ad un antico mestiere delle nostre zone, i maestri d'ascia, ed è una preziosa occasione perduta  per creare turismo e lavoro anche attorno ad un'opera come questa".
 
 
 
 
 
 
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