Fiumicino, Comunità di Sant’Egidio: presentato il libro “Nascere non basta”

Venerdì, 23 Settembre 2022 17:40

Autore: Fiumicino-Online

L’evento, grazie alle storie raccontate, ha sicuramente lasciato nei partecipanti tante consapevolezze in più

di Alessandra Zauli
 
Giovedì scorso, 22 settembre, presso la Casa della Comunità di S. Egidio di Fiumicino, in via delle spigole 5, è stato presentato il libro di Adriana Gulotta “Nascere non basta”.

La presentazione è iniziata con un saluto del vicesindaco del Comune di Fiumicino Ezio Di Genesio Pagliuca che ha sottolineato l’impegno dell’Amministrazione affinché la città diventi, sempre di più, un luogo dove, una volta arrivati, si venga accolti, si abbiamo prospettive di vita migliore e opportunità di crescita. E quello che qualcuno indica come un problema economico e sociale in realtà sia un’opportunità per i ragazzi di poter crescere all’interno di famiglie (in tutte le sue forme riconosciute dalla legge) affidatarie.

Durante la presentazione presente anche la garante dei diritti dell'Infanzia Antonella Maucioni, che nel suo intervento ha parlato di milioni di bambini e ragazzi invisibili nati ma non riconosciuti e mai registrati all’anagrafe. 

“5 milioni di bambini senza atto di nascita mano d’opera per i trafficanti, e per tutti coloro che approfittano dei bambini per traffici illeciti – ha commentato Antonella Maucioni - Nel Ciad, è stato fermato un aereo con sopra 103 bambini destinati allo sfruttamento e non solo, un nulla rispetto alla reale situazione ma qualcosa. La mancata iscrizione ai registri dell’anagrafe provoca impossibilità di accedere, ad esempio alla scuola, e l’abbandono scolastico costituisce uno dei maggiori viatici per la criminalità. Nonostante l’educazione sia un diritto inviolabile sancito da più parti  la dispersione scolastica è una piaga che va crescendo sempre più, anche in Italia, ad esempio, dove in alcune regioni supera il 15%. Dato gravissimo e, per altro, aggiornato al 2018/2019, quindi troppo arretrato. La stessa percentuale, se si esaminano i bambini diversamente abili, raggiunge numeri molto più elevati.”

“I bambini – ha concluso Maucioni - che sono il nostro futuro, sono i più in pericolo. Ogni anno circa 37 milioni di bambini fuggono da l proprio paese per vari motivi, guerra, fame, carestie, dittature. Un numero vergognoso! E quando arrivano esiste un protocollo di riconoscimento che per coloro che non sono registrati diventa ancora più complicato: gli si assegna un’età presunta e vengono affidati ai centri di accoglienza da dove tantissimi fuggono e, non essendo rintracciabili, diventano invisibili.”

“Il libro suscita commozione ma che questa commozione non sia superficiale e di breve durata, facciamo presto a dimenticare: questo è un libro di cronaca più che di narrativa – ha dichiarato durante l'evento Marina Pallotta della Biblioteca Gino Pallotta di Fregene. “Nell’impegno della Comunità di S. Egidio vedo notevole affinità con l’opera di Gino Strada.Uno dei suoi motti è nessuno deve essere lasciato indietro e ciascuno è unico e va considerato ed esaltato in base alle proprie peculiarità. La Comunità di S. Egidio difende il diritto ad avere diritti”.

 

La presentazione, moderata da Francesco Ferraro, si è conclusa con l’intervento dell’autrice del libro, Adriana Gulotta che sottolinea come parlare dell’Africa, dei problemi e dei bambini invisibili, aiuta a porre l’attenzione sul problema, ad accendere i fari su di esso. I bambini hanno diritto all’esistenza legale e tutti noi dobbiamo essere attivisti della solidarietà.

 

“La povertà del nostro vicino interpella anche noi, e non lo dobbiamo mai dimenticare. Grazie alla Comunità di S. Egidio migliaia di bambini sono stati iscritti ai registri dell’anagrafe del proprio Paese. Questo è un piccolo grande traguardo-partenza per raggiungere risultati sempre più importanti. I bambini hanno fame anche di futuro e noi siamo chiamati a sfamarli”, ha commentato Adriana Gulotta.

La presentazione è terminata con la storia di Colette, una bambina che adora la scuola ma scopre di non poterci andare perché “invisibile”, e degli “enfantes domestique”, bambini portati nelle case di persone abbienti, apparentemente cosa buona, in realtà costretti a badare ai figli di questi ultimi, a soddisfarli nei loro giochi e privi di qualsiasi diritto. 

L’evento, grazie alle storie raccontate, ha sicuramente lasciato nei partecipanti tante consapevolezze in più. È importante parlare di questa situazione, cercare di fare qualcosa anche nel proprio piccolo e non smettere mai di tentare, così come fanno ogni giorno i volontari della Comunità di S. Egidio.
 
 
 



Vota questo articolo
(4 Voti)
Pubblicato in Attualità
Etichettato sotto