Lavoro, stop al posto fisso
Alitalia, lo specchio di un sistema malato
Come sorella di Marco Insogna, lettera su Alitalia appena pubblicata su Fiumicino Online, cosa dire.. bravo Marco, sei sempre stato un faro per tutti noi. Io addirittura emigrata all’estero per poter inseguire i miei sogni di business manager. Se avessi inseguito i sogni di mio padre, 35 anni di Alitalia partendo da operaio fino alla direzione manutenzione, sarei oggi forse, e dico forse, perchè forse la situtazione sarebbe stata peggiore e sarei impiegata come segretaria part-time, grande fututo per le donne a Fiumicino ed in Italia in generale. Una precaria Alitalia che svolge lo stesso lavoro (battere la tastiera per il check in e/o servire pasti a bordo, entrambe servizi in via di estinzione) negli ultimi 20 anni. AIUTO!!
Questa era la prospettiva che già appariva chiara, almeno a me, piu’ di 20 anni fa! E dovevo anche chiedere spintarelle per entrare. Rinnegate per fortuna e/o comunque sempre rinnegata la sola possibilita’ di lavoro che mi era stata offerta, essendo nata e cresciuta a Fiumicino. Se avessi inseguito i sogni dei miei genitori che veramente credevano in Alitalia, l’unica opportunità per me era connessa, in qualche modo, con le attività e servizi dell’aeroporto, senza possibilità di carriera ma con un POSTO FISSO (che fisso non è piu da decenni). Anche loro ricreduti finalmente e concordi, dopo anni, sulle mie scelte di vita e crescita professionale, in netto contrasto con quelle che sono state negli ultimi 25 anni - o forse più - le dinamiche lavorative dell’aeroporto di Fiumicino (ma possibile che solo per essere una mera commessa ai duty free occorreva una spintona già 25 anni fa’? Oppure ottenere un contratto come rampista o addetta alla pulizie, solo attraverso conoscenze, pregando di ottenerli e magari anche ringraziando? Sono fiera di poter dire che AVEVO RAGIONE. Ma la mia fierezza nasconde anche tanta tristezza, aver ridotto almeno 3 generazioni di persone e giovani più o meno qualificati (a seconda della spintarella!) ad attendere invano per avere uno stipendio almeno regolare, è un grande spreco per la collettività e per la sua economia locale, e nazionale, in generale. Certe prassi non valgono più, le competenze e gli skills degli addetti ai vari lavori partono dalla direzione generale fino all’ultimo operaio, se si è chiamati a svolgere un lavoro non per le proprie competenze ma per le conoscenze, ecco i risultati, a tutti i livelli. Ed ecco perchè ci invitate, per noi che non vogliamo vivere in questa grettezza e speriamo in un futuro migliore, ad emigrare.
Allora, non ve la prendete solo con le finali 3 amministrazioni Alitalia, guardate all’intero sistema di reclutamento e funzionamento del principale aeroporto italiano, Alitalia è solo lo specchio finale di un sistema malato che confrontandosi con il mondo (globalizzazione?) non puo’ piu reggere. Ma come e’ possibile che una compagnia di bandiera con incremento passeggeri sia in perdita? Non esiste piu nulla in-house, ora e’ tutto outsourcing, dal leasing aeromobili (leasing aerei) alla manutenzione, fino alla consegna bagagli (un delirio!). Ma come e’ possibile che atterrando dopo le 10 serali non si trovi neanche un addetto che parli inglese (e qui sono buona, accade anche durante il giorno), e che comunque la scortesia del vecchio “Roman Empire” ancora regni?
Ieri prendendo un volo Ryanair Ciampino-Londra ho applaudito (per la prima volta!) il fatto che il primo ufficiale, presentato dal comandante, avrebbe pilotato fino a destinazione, ed immagina, era una donna ed anche italiana! Quante volte volando in Alitalia avete sentito tale annuncio? E qui mi ricollego alla vita professionale che per me, come tante altre nate e cresciute vicino all’aeroporto, era predestinata se non si fosse scelto di cambiare paese ed avere ambizioni diverse (segreteria part time e/o assistente dentista/medico o al massimo impiegata duty free, ovvio con spinta, o hostess da terra o di volo, per tutta la vita, ovvio sempre con spintarella!)
Non guardate solo alle amministrazioni generali che cambiano, ai commissari che vanno via, indagate su tutto il sistema di gestione aeroportuale, sui direttori amministativi che rimangono, su un sistema incancrenito nelle sue fondamenta. Come ho scritto prima, l'Alitalia e’ solo lo specchio di un sistema politico e clienteale malato.
Lettera inviata da ... Katia Insogna
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